L’esposizione prenatale alla nicotina attraverso il fumo materno (“Maternal Smoking during Pregnancy o MSDP”) è stata descritta come “la più diffusa minaccia alla salute dei bambini nel mondo” (Levin ED & Slotkin TA 1998)
Prima di approfondire il tema del fumo in gravidanza, è utile soffermarsi sul periodo preconcezionale che riguarda entrambi i futuri genitori, senza entrare nel dettaglio della gravità dei danni dell’assunzione costante e prolungata di tabacco e delle malattie fumo-correlate . Molti studi confermano che nelle coppie di tabagisti aumentano:
- il rischio di infertilità
- il tempo utile per il concepimento
E’ vero anche che, a distanza di molto tempo, le coppie di ex fumatori hanno buone probabilità di raggiungere il tasso di fertilità di chi non ha mai fumato e ciò è un’ottima notizia per coloro che stanno prendendo in considerazione la decisione di smettere di fumare in vista di una gravidanza.
Fumare durante la gravidanza
Secondo il sito del Ministero della Salute, quando la madre fuma 4.000 sostanze nocive e tossiche contenute nel tabacco si trasferiscono dai suoi polmoni al sangue e raggiungono il feto attraverso il cordone ombelicale e la placenta, con il rischio di maggiori complicanze nel decorso della gravidanza e nel post partum. Vediamone alcune:
- distacco e rottura di placenta
- placenta previa
- gravidanza ectopica (extrauterina)
- parto prematuro
- aborto spontaneo
- ritardo della crescita
- incidenza nel regolare sviluppo de sistema nervoso
- basso peso alla nascita
- mortalità e morbilità perinatale e infantile
- morte improvvisa del lattante (Sudden infant death sindrome, SIDS) - conosciuta come “morte in culla”, il fumo ne è una delle cause principali
- problemi cardiaci, palatoschisi e labbro leporino
- asma, ridotta funzionalità respiratoria e disturbi otorinolaringoiatrici
- difficoltà cognitive e relazionali
- inferiore produzione e qualità del latte materno
Fumare durante l’allattamento
L’allattamento al seno è una priorità per la salute pubblica e sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità che l’Accademia Americana di Pediatria consigliano caldamente il latte materno come alimento principale per almeno i primi sei mesi e la continuazione per tutto il primo anno e oltre, le donne fumatrici che allattano rappresentano, con i loro figli, una significativa popolazione di pazienti a rischio. Nelle mamme che fumano gli effetti del fumo di tabacco si fanno sentire, oltre che per via inalatoria, anche attraverso le sostanze che, passano nel latte materno e vengono assorbite dall'intestino del bambino.
Quante sigarette si possono fumare?
Fumare è una pessima abitudine che andrebbe evitata in ogni modo, poichè gli effetti del fumo, anche quello passivo, sono evidenti e rischiosi per tutta la famiglia, in modo particolare se si sta vivendo un momento importante come la gravidanza o l'allattamento. Gli studi a disposizione confermano che non esiste un livello di consumo di sigarette che può essere considerato sicuro durante la gravidanza. Fumare anche solo qualche sigaretta al giorno (1 o 2 sigarette) aumenta in maniera esponenziale il rischio di complicazioni per il feto e la madre, e gli effetti negativi sulla loro salute a lungo termine. E’ importante sottolineare che il fumo della madre durante l’allattamento espone il bimbo al rischio di intossicazione da nicotina e dipendenza.
Il periodo della gravidanza è, quindi, un momento speciale per smettere di fumare, le donne che decidono di farlo non sono sole ma posso chiedere aiuto sia al ginecologo che ai servizi sanitari. Inoltre è importante che anche i familiari fumatori che vivono con una donna in gravidanza, in primo luogo l’altro genitore, decidano di smettere di fumare.