Dottor Marco GRASSI

Medico Chirurgo

specialista in Ostetricia e Ginecologia

Menopausa: correlazione tra vampate e declino della memoria

2020-02-17 20:01

Marco

Menopausa,

Menopausa: correlazione tra vampate e declino della memoria

La sindrome climateria è un processo naturale generato dal calo della produzione di ormoni sessuali, tipico della menopausa.

La sindrome climateria è un processo naturale generato dal calo della produzione di ormoni sessuali, quali il progesterone e gli estrogeni da parte delle ovaie e determina, tipico della menopausa, che determina
l’inizio del periodo di infertilità di una donna. Allo stesso tempo, a causa della sintomatologia che l’accompagna, costituisce un momento estremamente delicato, che può avere delle importanti ripercussioni sulla vita quotidiana e sul benessere individuale Durante questo momento di "transizione", può verificarsi nelle pazienti un declino nella  memoria semantica per il materiale verbale, come possono esserlo i racconti o le stesse parole (Greendale et al., 2010; Kennedy Shriver, 2013): nello specifico l’attività cerebrale dell’ippocampo e della corteccia prefrontale (PFC), aree deputate all’encoding e al recupero del materiale verbale, subiscono l’influenza relativa ai cambiamenti nei livelli di estradiolo (Craig et al. 2008; Maki et al. 2011). Recenti studi (Maki, 2011; Thurston et al., 2015; 2016) hanno dimostrato come le suddette alterazioni delle funzioni cerebrali siano, tra l’altro, associate a quelle che sono le sintomatologie più tipiche della menopausa: le vampate di calore e i sudori notturni, i cosiddetti Sintomi Vasomotori (VMS). Le ricerche hanno dimostrato come la misurazione di questi sintomi sia associata ai punteggi di memoria e performance cognitive (Maki, 2011; Thurston et al., 2015, 2016); inoltre, cambiamenti nei sintomi vasomotori derivanti un trattamento farmacologico sono associati con un miglioramento della memoria verbale (Maki et al., 2011). Un recentissimo studio di Maki e colleghi (2020) si è proposto di integrare tecniche di neuroimaging funzionale ai test cognitivi e alla misurazione della sintomatologia vasomotoria per ottenere un riscontro valido dell’attività dell’ippocampo e della corteccia prefrontale (PFC) durante dei task di memoria semantica. Nella ricerca sono state valutate 14 donne, in menopausa da almeno sei mesi che riportassero almeno 35 episodi di sintomi vasomotori ed è stato chiesto loro di indossare un apparecchio idoneo a rilevare i cambiamenti nella conduttanza cutanea per misurare gli episodi vasomotori, e, contemporaneamente, tramite l’accensione di un pulsante, indicare la percezione soggettiva degli stessi, valutando in seguito l’entità delle vampate su una scala Likert (da 0 a 10) Alle partecipanti è stato chiesto di  completato dei test di funzionalità cognitiva legati alla memoria, come: il subtest della memoria logica della Wechsler Memory Scale-revised, consiste nel ripetere una breve storia dopo 20 minuti dalla prima presentazione; il California Verbal Learning Test (CVLT-Modified) composto di tre fasi successive nelle quali viene richiesto di imparare una serie di parole e di rievocarle liberamente in un primo momento, successivamente di riconoscerle in un elenco di parole distraenti non apprese, infine di rievocarle a seguito di un periodo di delay di 20 minuti. 
Durante l’esecuzione dei compiti le partecipanti si vengono poste all’intersno in un macchinario di risonanza magnetica funzionale (fMRI) ricevendo le istruzioni via interfono e segnalando le proprie rispose tramite pulsanti in loro dotazione.   
Le analisi di regressione lineare hanno stabilito che soltanto la misurazione dei sintomi vasomotori rendeva conto della varianza riscontrata nei punteggi di memoria logica, in particolare un peggioramento della performance nei compiti di memoria verbale e una maggiore attivazione dell’ippocampo, del paraippocampo e di diverse porzioni della corteccia prefrontale. 
Gli autori della ricerca ipotizzano che le alterazioni della funzionalità dell’ippocampo e della PFC possano derivare da cambiamenti nell’attività del sistema nervoso simpatico (Freedman&Blacker, 2002; Freedman, Woodward, &Sabharwal, 1990) e dell’asse ipotalamo-ipofisi (Woods et al., 2006).   Sebbene lo studio non possa dimostrare un nesso causale tra la manifestazione dei sintomi vasomotori e il declino della memoria, ma se ciò venisse dimostrato rappresenterebbe 
un’opportunità per interventi terapeutici sui fattori di rischio nel declino mnestico proprio della mezza età.
 

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